PIP_3382Edvige e Luigi sono due cari amici, amici particolari perché sono entrambi artisti.

Pur avendo collaborato nella realizzazione di lavori in comune, ognuno ha seguito un proprio percorso individuale, traendone esperienze sempre diverse, ma con risultati di straordinaria uniformità e compattezza.

Un percorso iniziato da parecchi anni, ma che da quando si sono allontanati dalla città, eleggendo come luogo d’azione una casa contadina adagiata su un poggio nel mezzo di un oasi fuori dal tempo, si è fatto fitto di creazioni che in parte hanno trovato posto negli stessi ambienti rendendo vivi gli spazi e moltiplicandone gli effetti con continui richiami tra loro. Una sorta di tempio in cui ogni spazio è consacrato dalle singole opere e da composizioni di oggetti tra i più disparati, che trasformano il passaggio da un ambiente all’altro in un viaggio nel tempo immaginario della contemplazione artistica.
Ma cosa fanno in pratica Edvige e Luigi?

Edvige negli ultimi anni si è concentrata sulla composizione ponderatissima e perfettamente equilibrata di teche realizzate con frammenti di oggetti, immagini, a volte scritture, ma anche nastri colorati, tappi, monete, bottoni, mollette, pupazzetti, pietre colorate, vetri, sassi, conchiglie, figurine, clip, fili di ferro, penne, piume, e mille altri elementi, pazientemente collezionati, raccolti per strada o trovati in casa, lasciati in qualche borsa o perduti in un cassetto e posati ora su uno o più piani o cartoncini colorati per evidenziarli e giustapporli, inserirli in un nuovo contesto dove tutti gli elementi scelti a farne parte sono legati tra loro da fili invisibili, fili che Edvige tesse instancabilmente, assolutamente necessari per tenere insieme questa impalpabile struttura di rimandi, ricordi, associazioni, sensazioni, accordi di colore che rievocano, sapori, odori, suoni e rumori, un’infinita trama di eleganza per ordinare ed allo stesso tempo esorcizzare il caos.
Ed allora, il costante sforzo di dare un senso allo svolgersi del tempo interno ed esterno così come il continuo riferirsi al contrapporsi tra infinitamente grande e infinitamente piccolo, il tutto reso con mirabile equilibrio, diventano il balsamo che Edvige ci offre in dono, frutto della sua personalissima e sofferta esperienza.

Luigi invece ricorre alla più classica delle espressioni artistiche, la pittura su tela, in forme figurative di grande semplicità e pulizia in composizioni rigorose ed attente nel disporre le superfici dai colori, a volte violenti a volte soffici, in larghe campiture quasi appoggiate con cura, per non lasciare spazi o separazioni se non a volte il sottile tratto di contorno come a distinguere le varie parti del dipinto e non indurre in confusione l’osservatore. Così come i pochi dettagli precisissimi non lasciano dubbi sul quel che è stato rappresentato e sul quello che si presenta ai nostri occhi. Tutto appare di assoluta evidenza, con un effetto che ricorda le antiche vetrate delle cattedrali gotiche, dove la luce stessa fa risaltare le figure distribuendo peso e colore, lampi di luce nell’oscurità, celesti apparizioni nel buio delle tenebre. Ed è questo che rappresenta Luigi: momenti del passato che riappaiono nella memoria visiva con evidenza ineluttabile quasi dei moniti figurativi che sembrano dirci “Rimembra, questo era e questo è”. Colpi di flash, squarci nel continuum temporale del sogno o della veglia, attimi di surreale lucidità che rivelano paesaggi, volti, persone, ambienti in un istante di eternità.

E’ severo Luigi nella sua pittura, ma anche ironico, consapevole che per lui come per tutti noi umani, non ci sarà scampo.

Ho avuto il piacevole compito di fotografare molte delle opere di Edvige e Luigi e standone a contatto di ascoltarne il respiro, ne comprerei diverse se avessi un po’ di soldi. Se avessi tanti soldi le comprerei tutte.

Adriano Cosi

Edvige and Luigi are two dear friends, special friends because they are both artists.

Despite having collaborated in the execution of work in common, each has its own individual path following, drawing from experiences are always different, but the results were extraordinary uniformity and compactness.

A journey that began several years, but since I have moved away from the city, as a place of action by electing a farmhouse situated on a hillock in the middle of an oasis out of time, it is made of thick creations that some have found place in the same environments, making living spaces and multiplying effects with continual references to each other. A sort of temple where every space is sacred works by individual objects and compositions of disparate, which transform the transition from one environment to another in a journey through time imagery of artistic contemplation.
But what they do in practice Edvige and Luigi?

Edvige in recent years has focused on the composition ponderatissima and perfectly balanced caskets made ​​with fragments of objects, images, sometimes writing, but also colored ribbons, caps, coins, buttons, barrettes, dolls, colored stones, glass, stones, shells , Cards, clip, wire, feathers, plumes, and a thousand other elements, patiently collected, gathered in the street or found at home, some left in your purse or lost in a drawer and placed now on one or more floors or colored card for highlight and juxtapose them, put them in a new context in which all elements chosen to be part of it are bound together by invisible threads, threads that weaves Edvige tirelessly absolutely necessary to hold together this impalpable structure of references, memories, associations, feelings, agreements that evoke color, tastes, smells, sounds and noises, an endless web of elegance to order and at the same time to exorcise the chaos.
And then, the continuous effort to make sense of the unfolding of time inside and outside as well as the continuous refer to the contrasts between the infinitely large and infinitely small, all made with admirable balance, Edvige become the balm that gives us a gift, the fruit of his very personal and painful experience.

Luigi instead resorts to the most classic of artistic expression, painting on canvas, in figurative forms of great simplicity and cleaning compositions in strict and careful in arranging the colored surfaces, sometimes violent at times soft, almost resting in large fields with care, to leave no gaps or separations if not sometimes the thin stretch of outline as to distinguish the parts of the painting and not confusing the viewer. As well as a few very precise details leave no doubt about what was represented and what appears to our eyes. Everything looks absolutely evident, with an effect that is reminiscent of the antique stained glass windows of Gothic cathedrals, where the light itself brings out the figures by distributing weight and color, flashes of light in the darkness, the heavenly apparitions into the darkness of darkness. And this is what is Luigi: moments of the past that reappear in visual memory with almost inescapable evidence of figurative warnings that seem to say “recollection, this was and this is.” Flash shots, bursts in the time continuum of the dream or the waking moments of lucidity that reveal surreal landscapes, faces, people, environments in a moment of eternity.

It is severe Luigi in his painting, but also ironic, knowing that for him as for all of us humans, there will be no escape.

I had the pleasant task of photographing many of the works of Edvige and Luigi, and lived outside contact to listen to your breath, I’d buy several if I had a bit ‘of money. If I had a lot of money I buy it all.

Adriano Cosi